Gentilissimi, per il primo appuntamento di maggio abbiamo scelto FATHER AND SON (2013) del regista giapponese HIROKAZU KORE’EDA, uno dei più premiati e geniali filmmaker contemporanei.
Un giorno Ryota, un uomo che si è guadagnato tutto ciò che ha con il duro lavoro, e la moglie Midori ricevono una telefonata inaspettata dall’ospedale in cui sei anni prima è nato il figlio Keita. Con stupore apprendono che c’è stato uno scambio di neonati e che Keita non è il loro figlio naturale. Da quel momento, Ryota è costretto a fare i conti con una decisione che potrebbe cambiare per sempre la sua esistenza: scegliere tra il figlio che ha cresciuto come tale e quello che invece gli appartiene per natura. Inizia così a rimettere in discussione anche se stesso e il tipo di padre che è stato.
Ryota comincia un viaggio a ritroso, che passa dalla riscoperta di sé come figlio, fino a rivedere il suo percorso come genitore. Un cammino che gli permette di guardare con occhi nuovi anche il sofferto legame col proprio padre, da sempre assente, riuscendo a perdonare le sue debolezze.
Sono delle foto trovate per caso, immobili e statiche, come statico e rigido è il suo atteggiamento, a creare in Ryota una nuova consapevolezza. Le immagini, più delle parole, riescono ad aprire un varco in quell’emotività che fino ad allora sembrava inaccessibile.
Il film riesce a raccontare con estrema delicatezza un dramma che diventa un percorso di crescita personale.
Diventare genitori è intraprendere un viaggio, che parte prima di tutto dalla scoperta di sé.
FATHER AND SON ha ricevuto a Cannes il premio speciale della giuria.